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Riassunto prima edizione

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La parola alla giuria

Si è appena conclusa la prima edizione de “Via dei Corti” Festival Indipendente di Cinema Breve di Gravina di Catania. Mesi di lavoro e progettazione hanno fatto sì che il format riuscisse a soddisfare i gusti del pubblico, attirando l’attenzione non solo dei giovani, ma anche di chi ha più esperienza nel settore.  Un festival pieno di incontri, ricco di cinema, musica, libri, ma che ha anche toccato temi scottanti come quello dell’immigrazione.

I cortometraggi in concorso sono stati esaminati dall’occhio attento e scrupoloso dei componenti della giuria tecnica, una squadra composta da Fabio Costanzo, Vito Finocchiaro, Pietro Galvagno,  Alessandro Marinaro, Elio Sofia. Cinque esperti del settore che hanno alzato ancora di più il livello della rassegna cinematografica.

Il Miglior Film è stato The Fish and I di Babak Habibifar, premiato con la seguente motivazione: “Babak Habibifar ci regala un piccolo gioiello cinematografico. Un corto di rara sensibilità, sulla solitudine e l’impossibilità di comunicare, con un finale a sorpresa di grande forza poetica”.

Abbiamo voluto parlare con alcuni membri del quintetto della giuria tecnica per esprimere al meglio ciò che è stato per noi e per loro Via dei Corti. Un progetto innovativo, ricco di generi e forme, pieno di allegria e di voglia di fare.

Alessandro Marinaro:

Un’esperienza molto bella. C’è stato grande affiatamento fra noi giurati e ci siamo confrontati con la massima trasparenza. Li ringrazio, perché ogni confronto è motivo di crescita.

L’organizzazione – sebbene si tratti della prima edizione – è stata impeccabile. La qualità dei lavori in gara è stata medio-alta, e soltanto in pochi casi mi sono ritrovato a storcere il naso sulla scelta di un paio di opere. I buoni festival – piccoli o grandi che siano – sono uno strumento eccezionale per mostrare un tipo di cinema che al contrario resterebbe invisibile. Mi permetta una metafora cinematografica: sono una specie di messa a fuoco su un cinema stipato in angolo buio, che un festival come “Via dei Corti” è riuscito a rischiarare.
Quando mi trovo in veste di giurato, tendo a preferire quei lavori per cui provo una sana invidia per non averli fatti io. E per questo sentimento, ringrazio sia il regista che ha realizzato il film, sia il festival che mi ha permesso di conoscerlo.

Fabio Costanzo: 

Riguardo all’ultima sera, l’ho trovata molto interessante, internazionale e con un ricco pacchetto di corti tecnicamente molto apprezzabili. Spero questo sia l’inizio di una lunga serie di edizioni. Lieto di essere stato in giuria. Grazie di cuore.

 

Sara Adorno (LiveUniCt)